Che forza può avere, nella nostra memoria, una traccia indelebile? Può giungere a reinventarsi, a stravolgere l’accaduto? E a quel punto, cosa è falso, cosa è vero?
Siamo investigatori, in un evento che sfugge e la cui ricomposizione è soggettiva.
Col tempo, e nel tempo, i frammenti si confondono col sogno, che a sua volta modifica e rielabora la realtà: gli incubi si fanno vivi, il raffronto con chi ha con noi condiviso quell’evento può illuminare il tracciato dei ricordi, o confonderlo ulteriormente poiché la stessa natura del tempo avrà scavato nelle sue sicurezze appannando, rielaborando le memorie.
Così, non luce avremo sulla scena del delitto, non buio, ma la vaga memoria che sgomenta, che lascia attoniti.