Teatro

Plaza Suite

“Plaza Suite” è un mix incredibile di sophisticated comedy e satira sociale con incursioni nel comico più puro. 

Benvenuti al Grand Hotel, o all’Albergo del libero scambio, o semplicemen-te al Plaza Hotel, magari con vista sul Central Park: gente che va, gente che viene, il tempo passa e le suite extralusso restano santuari di riti sociali, meravigliosamente uguali a se stesse. Quanta vita e quante storie restano impigliate nei lussuosi tendaggi: tragedie sfiorate, farse vissute, libertinaggi con un occhio all’orologio, matrimoni arrivati al capolinea. Neil Simon, nel 1968 ha raccolto idee ed esperienze e ha scritto questo “Plaza Suite” che lui stesso considera il passaggio alla sua maturità. E la bella messinscena di questo testo “comico” ormai classico ne è la con-ferma. Perché è vero che si ride dall’inizio alla fine delle due ore di spettacolo, ma è anche vero che la comicità irresistibile di Simon, fatta di fulminanti battute e situazioni spiazzanti, in fondo lascia in bocca un leggero retrogusto amarognolo, esattamente come avviene per i grandi drammaturghi. In un grande e prestigioso hotel tre coppie della ricca middle class  si alternano nelle suite 719. Il regista Guglielmo Ferro, ha ricostruito un piacevole “come eravamo” ambientando negli anni ’50 il episodio “Anniversario di Matrimonio” in cui una sbiadita coppia stagionata in crisi, decide eroicamente di rinunciare a bugie e ipocrisia, vero cemento della società. Il secondo “exemplum”, si svolge negli anni ’70. È il rendezvous atletico amoroso tra un annoiato produttore di Hollywood e una sua vecchia compagna di liceo, casalinga in quietamente soddisfatta che si lascerà sedurre solo con la litania dei nomi dei divi di Hollywood, Rintintin compreso, di cui è romanticamente innamorata. L’ultimo, quello più aper-amente brillante, ci porta agli anni ’90 con due frenetici e affranti genitori che tentano di stanare dal bagno in cui si è asseragliata la figlia in abito da sposa che non vuole più sposarsi. Bravissimi gli interpreti, a partire da Massimo Dapporto che presenta ai vari personaggi un umorismo di classe e caratterizzazioni gustosissime, che a tratti ricordano gli irresistibili guizzi del padre, insieme a tempi comici perfetti, come la sua partner Maria Amelia Monti, anche lei reduce dai successi televisivi, che con aria godibilmente svagata e ironico distacco assesta devastanti zampate di ilarità. Completano il cast l’ottimo Francesco Meoni, il cameriere che invecchia con i suoi sogni , e la vivace Aisha Cerami nel doppio ruolo della segretaria amante e della figlia riottosa.

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